Riccardo Zegna, incarna l'esempio del "musician's musician": straordinario solista al pianoforte, attivo da circa 30 anni sulla scena musicale italiana ed estera; Riccardo non ama il divismo e vive appartato a Loano, lontano dai clamori della pubblicità e del presenzialismo, ma stimatissimo (in alcuni casi osannato) dai musicisti. Compone con la classe e la piena maturità dell'autore ispirato da un vero progetto, sempre alla ricerca di impasti sonori inediti e soluzioni nuove, sorretto in ciò anche da una non comune dose di autoironia che inevitabilmente si riversa nella sua musica. In un'epoca in cui si tende a presentare le proprie opere avvolte in un'aura di gravità e composta serietà (il progetto da ascoltare con la testa fra le mani), quasi che questi fossero requisiti indispensabili per la validità artistica, la musica di Riccardo si distacca da questo clichè per comunicare, oltre alla profondità del discorso musicale, una rara voglia di divertirsi e giocare, nel vero significato del termine inglese "to play". In questo ricorda, oltre a tutti i grandi del jazz - da Fats Waller a Sonny Rollins e Carla Bley - anche compositori cosiddetti "seri", primo tra tutti Stravinskij che non esitava a scrivere irriverenti tanghi, polke o ragtimes che poi sono entrati a pieno titolo nella storia della musica. Un'altra caratteristica che mi piace ricordare è il suo rapporto volutamente ambiguo con la "professione": il fatto di non essersi mai considerato un musicista di professione (da un punto di vista quantitativo, non certo qualitativo!) ha certamente condizionato - positivamente - la sua attività, sempre svolta con lo spirito del divertimento ma non del disimpegno o del dopolavorismo, libero di pensare e creare i propri progetti, senza l'assillo del "dover fare col fine di". In questo senso un altro paragone che mi viene in mente è quello col compositore statunitense Charles Ives - non a caso molto amato da Riccardo - da un lato ineccepibile agente assicurativo e dall'altro genio appartato della musica del '900. Le sue collaborazioni a 360 gradi con illustri artisti non si contano: dal 1976 ad oggi si è trovato al fianco di campioni del jazz classico, da Buddy Tate, Harry "Sweets" Edison e Eddie "Lockjaw" Davis, alfieri del jazz moderno come Lee Konitz, Pepper Adams, George Coleman e James Moody, fino ad esponenti delle correnti più attuali - Kenny Wheeler, Dave Liebman, Paul Motian, Bob Berg. Tra i musicisti italiani la lista comprende tutti i principali nomi, da Larry Nocella e Massimo Urbani a Gianni Basso, Enrico Rava, Tiziana Ghiglioni, Pietro Tonolo. Ha partecipato a numerosi festival in Italia e all’estero, effettuato tournè in Russia, Stati Uniti, e si è esibito a Vienna per la O.R.F. austriaca in duo con il sassofonista tedesco Klaus Gesing. Dagli anni ’80 ha anche iniziato parallelamente alla carriera concertistica una importante attività didattica, dapprima presso la Scuola Civica di Torino e, dal 1983, come docente di pianoforte jazz e musica d’assieme in occasione dei seminari internazionali di “Siena Jazz”, dove insegna tutt’oggi.
Aldo Zunino nasce a Genova nel 1963. All'età di diciassette anni, dopo lo studio del pianoforte e della chitarra, inizia a suonare il contrabbasso. Già a diciotto anni intraprende la sua carriera professionale suonando in tutto il Nord Italia con i musicisti più rappresentativi del territorio. Vince nel 1992 il premio "AICS JAZZ" ed inizia la sua attività didattica nella scuola di Jazz del "Louisiana Jazz Club" e nella " Scuola Jazz di Quarto". La sua attività concertistica si è ormai estesa in vari paesi: Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Slovenia, Croazia, Spagna. I Festival Internazionali e Nazionali a cui ha partecipato sono numerosi: Umbria Jazz, Leverkusen, Ivrea, Le Mans, Ascona, Fano, Lugano, Sant'Anna Arresi, Villa Celimontana (Roma), Monteroduni e naturalmente i Festival del Golfo Paradiso e di Genova Jazz. Ha inoltre suonato in "storici" Jazz Club come il Ronnie Scott's a Londra, il New Morning ed il Sunset a Parigi. Lunghissimo è l'elenco delle sue collaborazioni. Tra gli italiani si ricordano: G. Basso, F. D'Andrea, E. Rava, P. Tonolo, R. Zegna, M. Gianmmarco, L. Bonafede, F. Cerri, G. Cuppini, G. Cazzola, T. De Piscopo, Fresu. Tra gli stranieri: Benny Golson, Art Farmer, Jimmy Cobb, Tommy Flanagan, Joe Chambers, Gary Bartz, Harry Sweets Edison, Clark Terry, Ben Riley, Kanny Burrell, Lester Bowie, Junior Mance, Albert Heath, Cedar Walton, Tony Scott, Nat Adderley, Clifford Jordan, Horace Parlan, Shirley Scott, Kenny Davern, Alfred Kramer, Paul Jeffrey, Ralph Sutton, Bob Wilber, Jerry Bergonzi, Alvin Queen, Bryan Lynch, Carl Fontana, Conte Candoli, Joe Newman e Lew Tabakin. E' da enfatizzare la sua partecipazione stabile (dal 1995) nel trio/quartetto di Steve Grossman, nel trio di Bobby Durham ed in formazioni insieme ai pianisti Riccardo Zegna , Massimo e Antonio Faraò e nella "Bansigu Big Band".
Stefano Bagnoli nato a Milano nel 1963, inizia l'attività musicale nel 1978 nel gruppo di Paolo Tomelleri assieme a Ettore Righello, Gigi Bagnoli, Mario Rusca, Franco Tolomei, Marco Ratti, Lelio Lorenzetti, Carlo Milano, Glauco Masetti, Lino Patruno, e Nando De Luca. Dopo aver frequentato il corso di batteria con Carlo Sola, entra nel corso di percussioni di Franco Campioni al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Pur mantenendo viva l'attività jazzistica, a partire dal 1980 entra nell'organico dell'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi e nel gruppo de "I percussionisti di Milano" diretti da F. Campioni assieme ad Andrea Dulbecco, Carlo Boccadoro, Luca Gusella e Beppe Cacciolla.
Nel 1981 viene premiato a Foggia come miglior giovane batterista di jazz tradizionale; dal 1983 circa inizia a collaborare con artisti di estrazione più moderna quali Sandro Cerino, Paolo Brioschi, Franco Finocchiaro, Umberto Petrin, Claudio Angeleri, Roberta Gambarini, Antonio Scarano, Martin Dietrich e Riccardo Fioravanti. Nel 1984 nasce il quintetto "New old way" di Daniele Di Gregorio con il quale vince a Forlì il premio "Gruppi emergenti"; nel 1985 con lo stesso gruppo arriva settimo al concorso "La coppa del Jazz-RAI 85" e l'anno successivo Franco Fayenz lo nomina come "nuovo Talento" al "Top Jazz 1986". Costantemente a cavallo tra jazz classico e moderno, inizia un'intensa collaborazione con i gruppi di Carlo Bagnoli, Sante Palumbo, Gianni Bedori, Bruno De Filippi, Sergio Fanni, la big band di Paolo Tomelleri, la big band "Capolinea B.B." diretta da Giorgio Baiocco, Emilio Soana, Rudy Migliardi e molti ancora. Dal 1991 inizia a girare l'Europa frequentando assiduamente la Germania con i gruppi del vibrafonista Fritz Hartschuh. Dal 1994 completa il proprio panorama artistico collaborando a tutte le tourneè teatrali e televisive di Enzo Jannacci facendosi così apprezzare per la sua maturità professionale anche in campo non jazzistico.
Musicista eclettico e profondo cultore del linguaggio jazzistico più completo è inoltre un apprezzato compositore e riconosciuto all'unanimità come virtuoso nell'uso delle spazzole. Dalla metà degli anni novanta ad oggi concentra la propria energia musicale condividendo la realizzazione di alcune proposte musicali che spaziano, come sua abitudine, dallo Swing alla musica d'avanguardia plasmando tuttavia una personalità strumentale sempre più forte e apprezzata per eleganza e competenza stilistica. Attualmente (1999-2001) è stabilmente al fianco di alcuni progetti con Carlo Bagnoli, Massimo Moriconi, Antonio Faraò, Dado Moroni, Renato Sellani, Sante Palumbo, Gianni Coscia, Enzo Rocco, Patrizia Conte, Luciano Milanese, Alfredo Ferrario, Emilio Soana, Max De Aloe, Marco Ricci, Marco Detto, Don Friedman, John Stowell, Fabrizio Bosso, Gianni Basso, Gianni Bedori, Mario Rusca, Riccardo Fioravanti, Sandro Di Pisa, Alberto Bonacasa, Lino Franceschetti, Riccardo Bianchi, Roberto Martinelli, Enzo e Paolo Jannacci oltrechè essere da sempre richiesto come side-man d'eccezione. Inoltre attualmente fa parte del DRUM HISTORY EVENTS, progetto composto da un trio di batteristi che si propone di raccontare la storia della batteria nel jazz. (click) Festivals: Dal 1978 ad oggi tutte le manifestazioni italiane. Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Olanda, Caraibi (Guadeloupe) Cuba (l'Havana) Francia (e costantemente a Parigi dal 1990) Germania (costantemente dal 1991) Austria, Svizzera, Jugoslavia e cinque edizioni del "Jazz on the sea" international cruise jazz-festival (1991-93-94-95-96).
Pietro Tonolo, sassofonista tenore, ormai da anni uno dei migliori esponenti del jazz europeo l’ospite d’eccezione del quartetto di scena venerdì 14 marzo alle ore 22.30 nelle sale del Moro di Cava de’ Tirreni (Sa). Un quartetto con Luigi Vitale al vibrafono, Amedeo Ariano alla batteria, Dario Deidda al basso e che vede il featuring prestigioso di Pietro Tonolo, uno dei più valenti sassofonisti jazz europei, già collaboratore di Massimo Urbani, Luigi Bonafede, del grande Paul Motian nonchè direttore di numerosi progetti personali. Tonolo è il più "internazionale" sassofonista italiano stante le molte collaborazioni con musicisti europei e d’oltreoceano, dotato di uno stile inventivo, moderno ma radicato nello studio e rielaborazione del linguaggio jazz tipico dei grandi sassofonisti. I quattro, mantenendo la propria spiccata e distinta personalità, si fondono per intenzioni e interplay nella rilettura e armonizzazione di standards e pezzi originali sempre legati da una naturale propensione all’interpretazione della “musica col cuore”.
Roberto Rossi, trombone In Olanda ha intensificato i suoi studi con grandi musicisti americani, europei, latini ed africani tra i quali: Mike Stern, Philippe Catherine, Anthony Jackson, Dave Weckl, Dennis Chambers, Jim Chapin, Charly Haden, Claudio Roditi, Paul Motion, Horace Parlan, Bo Stief, John Abercrombie, Joe LaBarbera, Scott Henderson, John Taylor, Leonardo Amuedo, Orazio Hernandez. Hanno contribuito alla sua formazione le molteplici esperienze avute in diversi paesi europei, fra i quali: la Germania, la Danimarca, la Svezia, il Belgio e in modo particolare l’Olanda dove ha vissuto dal 1993 al 1997. Qui si è distinto in modo particolare con la band Euro-Africa, gruppo formato da musicisti olandesi, svedesi ed algerini con i quali ha portato avanti un progetto musicale caratterizzato da un’interessante mescolanza etnica e culturale, esibendosi in festival di tutta Europa. Da questo progetto nasce la collaborazione con uno dei più grandi musicisti algerini residenti in Olanda, Reda Gherici, con il quale, già da tempo sta lavorando in un progetto artistico e discografico a caratura internazionale registrato in diversi studi di registrazione tra Inghilterra, Olanda ed Italia. Da circa sette anni fa parte della band ,gruppo con il quale svolge concerti in tutta Italia per la presentazione del CD uscito nel mese di ottobre 2004 e presentato in anteprima il 23 dicembre 2004 al Teatro Politeama di Catanzaro ed il 3 febbraio 2005 alla stagione artistica del Teatro Rendano di Cosenza. Con Rosa Martirano Quartet si è esibito il 23, 24 e 25 settembre 2004 a Lampedusa con Claudio Baglioni, nella tre giorni di concerti "O’Scia" insieme a Ron, Edoardo Bennato, Luca Barbarossa, Irene Grandi, Raf, Enrico Ruggeri e Simona Bencini (Dirotta su Cuba). La sua intensa attività di registrazione, che da sempre lo ha portato a lavorare come turnista in tutta italia ed all'estero, ormai prosegue per sua scelta solamente nel suo studio di registra-zione personale fondato nel 2005, attraverso il quale riesce ad ottenere il suo suono unico e personale. Attivo in diverse produzioni musicali tra Inghilterra, Olanda e Italia, coniuga la sua attività artistica con le sue attività manage-riali e di business nel campo della produzione discografica. Nella sua continua evoluzione artistica e professionale Roberto Rossi sente l'esigenza di creare una propria organizzazione artistica che lo possa aiutare nella creazione dei suoi progetti, così nel giugno del 2004 fonda una propria organizzazione artistica attraverso la quale si occupa, oltre all’attività scolastica, dell’organizzazione di concerti, produzioni musicali e management per lo sviluppo di progetti in Italia, Europa ed altri continenti. Per le produzioni discografiche è attivo dal 2005 il suo studio di registrazione personale.
Joanna Rimmer - Originaria di Southport (UK), fin da bambina comincia a studiare danza partecipando a varie competizioni nazionali a Londra. A sette anni inizia a cantare i brani standard di jazz dopo aver trovato in soffitta un vecchio 78’ giri di Anita O’Day.Fino. All’età di diciassette anni si trasferisce a Londra e lavora come modella per servizi editoriali, sfilate e spot televisivi per Vogue Italia, Cosmopolitan, Marie Claire, Elle, Gianfranco Ferrè, Giorgio Armani, V.Westwood, Fogal, Suzuki, Sony in Europa, Stati Uniti, Asia. Dopo alcuni anni vissuti a New York, dove ha anche studiato recitazione con Jack Walzer, si trasferisce a Milano, dove, nel 1997, è ospite due volte del ‘Maurizio Costanzo Show’. Nel 1999 è ospite al ‘Cotton Club’ di Harlem, NY, accompagnata da ‘The Cotton Club All Stars’. Nel 2000 inizia a cantare come professionista nell’ambito jazz, e nel 2001 registra 12 sigle per la trasmissione televisiva ‘Zelig’ su Italia 1 con Claudio Bisio, partecipando nel contempo ad alcuni jazz festival in Italia. Canta al Teatro Carlo Felice, Teatro Smeraldo per Zelig, Cinecittà , su Rai Uno nel programma “La Poesia Incontra” e partecipa a trasmissioni radiofoniche Rai Radio Tre. Nel 2005 è interprete al fianco di Michele Placido nello spettacolo teatrale “Romeo e Juliet in Jazz”. Ha collaborato con: Charlie Mariano, Andrea Dulbecco, Roberto Rossi, Aldo Zunino, Pietro Tonolo, Gabriele Mirabassi, Mauro Negri, Walter Paoli.
Con Riccardo Zegna costituisce nel 2006 l’ensemble cameristico “Quasi Classico”, nel quale interpreta musiche e testi originali ispirati alla letteratura e musica del primo ‘900.